L'immagine può contenere: testomappa-del-radon-in-italia(1).jpgdi Piernicola Pedicini, Efdd – Movimento 5 Stelle Europa

“Il gas radon è un inquinante radioattivo largamente presente in natura. Tuttavia, in alcuni casi può diventare rischioso da un punto di vista sanitario ed è la seconda causa di tumore al polmone quando supera una determinata soglia di presenza negli ambienti chiusi come le abitazioni, i luoghi di lavoro e le scuole. Se il gas radon, prodotto dal suolo e dalle rocce, fuoriesce e si diluisce nell’atmosfera, la sua concentrazione risulta talmente bassa da non costituire un rischio per la salute umana; se invece il gas radon penetra in un ambiente chiuso, esso tenderà ad accumularsi raggiungendo livelli tali da rappresentare un rischio per le persone.
Le principali fonti di inquinamento da radon all’interno delle case sono il suolo, le fondamenta, i materiali da costruzione, l’acqua. In particolare, questo gas si propaga attraverso fessure, canalizzazioni degli impianti idraulici, elettrici e di scarico. Oppure attraverso cementi, laterizi, graniti o tufi. Il radon, che è un gas radioattivo naturale, incolore e inodore, è un agente cancerogeno, la cui esposizione nei luoghi chiusi aumenta il rischio di contrarre un tumore polmonare.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attraverso l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), ha classificato il radon come sostanza per la quale vi è un’evidenza sufficiente di cancerogenicità sulla base di studi epidemiologici sugli esseri umani. Nello stesso gruppo sono presenti anche il fumo di sigaretta e l’amianto.
In Italia l’esposizione al radon è responsabile (secondo la stima del 2010 dell’Istituto Superiore di Sanità) di circa 3.200 casi di tumore polmonare all’anno.
L’attuale normativa italiana (Decreto Legislativo 26/05/00, n. 241) ha stabilito una soglia per l’esposizione solo negli ambienti di lavoro, di 500 Becquerel per metro cubo. Per quanto riguarda le abitazioni, invece, non esiste in Italia una normativa specifica, ma una raccomandazione della UE (Raccomandazione CEC 90/143) indica i valori di 400 e 200 Bequerel per metro cubo come livelli, rispettivamente per le abitazioni già esistenti e per quelle di nuova costruzione, oltre i quali si suggerisce di intraprendere azioni di rimedio. Si può evitare l’ingresso del radon nelle abitazioni utilizzando tecniche quali la ventilazione dei vespai, la sigillatura di tutte le possibili vie di ingresso dalle pareti e dai solai a contatto con il terreno, la pressurizzazione dell’abitazione o l’aspirazione del gas dal suolo al di sotto dell’edificio.
Per far sì che la problematica venga affrontata con maggiore impegno e determinazione da parte dell’Unione europea e degli Stati membri, nei prossimi giorni, mi attiverò per una proposta d’iniziativa al Parlamento europeo”.